FORZA MAGGIORE  LO CONSIGLIAMO PERCHE’

Una bella famiglia, “forse troppo”. Tomas , marito e padre, sempre con cellulare a portata di mano; Ebba, moglie e madre paziente; Vera e Harry, i figli, due bimbetti carini e tranquilli. Tutto scorre tranquillo: lezione di sci, foto d’ordinanza e poi tutti a  pranzo ma improvvisamente, una valanga minaccia di travolgerli. Tomas all’inizio appare tranquillo  e si accinge a filmare l’evento, ma poi quando si spaventa afferra il suo telefono e scappa ed Ebba rimane a proteggere i figli …  Scongiurato il pericolo  Tomas ritorna  come se nulla fosse. Ma nulla è più come prima …

Un film potente, come il suo incipit, che ci mostra un panorama candido, bellissimo  ma anche molto “costruito” come i  tubi per le esplosioni controllate , i pali ed i cavi della teleferica; insomma da subito il regista ci invita a guardare ciò che è nascosto ed artificiale e che l’evento di forza maggiore porterà alla luce.

Dopo la valanga  ecco che la famigliola felice vorrebbe far finta di nulla, ma come al solito sono i bambini con il loro comportamento “ribelle” a portare allo svelamento e ad intuire la profonda crisi di coppia .

Tomas a più riprese nega il suo comportamento, vuole convincere Ebba di essersi sbagliata e quest’ultima non riesce a soffocare la sua rabbia. Alla fine sarà il telefonino a mostrare a Thomas i fatti. Vedendosi l’uomo crolla miseramente, si vergogna, si dispera e piange,  ma soprattutto si giustifica “ anche io sono una vittima, una vittima dei miei istinti” manifestando a tutta la sua famiglia la propria debolezza e domanda di accettarlo cosi.

A questo punto inizia, per i protagonisti, un percorso per ritrovare se stessi e l’altro;  il regista lascia aperto il finale su come e se questa famiglia ritornerà alla serenità ed è simbolicamente interessante a questo proposito l’ultima scena dove c’è un gruppo, i passeggeri dell’autobus, di fronte ad un nuovo pericolo che anziché disperdersi, come nell’evento iniziale,  si uniscono ed incamminano insieme  …