RAGAZZI MIEI LO CONSIGLIAMO PERCHE’

Dalla viva e reale esperienza di un padre, Simon Carr,  nasce l’idea del film.  La storia è quella di Joe giornalista sportivo di successo che dopo la morte della seconda moglie dovrà badare al figlioletto Artie ed anche ad Harry, adolescente insoddisfatto, che Joe aveva avuto dalla sua prima moglie, prima di abbandonarla perché innamorato di un’altra donna.

In una delle prime scene il piccolo Artie guarda il padre assistere la madre che sta male ed il bambino chiede “quando morirà?” ed il genitore si trova a dire la verità ovvero che non lo sa.

Quando il padre, di solito una con la risposta sempre pronta, si trova a fare il genitore solo per la prima volta ammette “devo imparare a parlargli perché per lui io sono uno che porta i regali” soffre perché sente che non sa rispondere al dolore del bambino e così decide di accontentarlo e dirgli sempre di sì. A tutto ciò si aggiunge l’arrivo del figlio adolescente che lui non vede da anni e arriva anch’esso con le sue domande prima fra tutte “ perché sei andato via?”.

Ci sono dunque tre uomini e tre modi per affrontare il dolore ed alle prese con una non facile convivenza e riconciliazione. Ricostruire il rapporto coi figli ed assumersi le proprie responsabilità sono il fulcro del film che narra la genitorialità moderna, sempre in difficoltà rispetto al senso del limite e la visione di un futuro per sé ed i propri figli,  in modo molto efficace.